Sicurezza, Vittoria Bussi: “Bonus Bici non basta. Servono cultura e sensibilizzazione verso i ciclisti”

Il Bonus Bici va necessariamente accompagnato alla cultura e alla sensibilizzazione verso i ciclisti. A rimarcarlo, attraverso un video postato sui propri profili social, è Vittoria Bussi. La detentrice del record dell’ora femminile e due volte vice-campionessa italiana a cronometro, vittima di un investimento a Moncalieri nell’ottobre scorso, è tornata a stigmatizzare il comportamento degli automobilisti nei confronti dei ciclisti. Un grido d’allarme che già diversi colleghi uomini, su tutti il campione europeo su strada e olimpico su pista Elia Viviani, avevano lanciato nei giorni scorsi, evidenziando una situazione rimasta immutata dalla riapertura dopo il lockdown, come del resto testimoniato dagli innumerevoli incidenti che hanno visto protagonisti i ciclisti durante la fase 2.

Dopo un duro sfogo e dopo aver descritto le condizioni degli ultimi allenamenti da lei effettuati su strada, che l’hanno vista costretta a porre in essere una condotta scorretta occupando il centro della corsia per evitare di essere colpita dagli automobilisti in fase di sorpasso, la Bussi ha concluso chiamando in causa il Bonus Bici. La misura instaurata dal Governo, che prevede l’erogazione di un incentivo fino a un massimo di 500 euro per l’acquisto di una nuova bicicletta, a suo avviso non è sufficiente per cambiare mentalità e abitudini: “Non credo che questo Bonus per la mobilità sia sufficiente. Come continuo a dire: puoi anche regalare le bici a tutti, ma se non ci sono cultura e sensibilizzazione verso il rispetto del ciclista sulle strade, anche questa bellissima iniziativa non ha senso. Sono stanca di avere ogni giorno questa angoscia”.

La sicurezza dei ciclisti sulle strade italiane resta un tema caldo. Soltanto nel 2018 sono stati 219 i ciclisti deceduti a causa di un incidente, oltre il 50% dei quali over 65. Mentre le grandi città si stanno adoperando per predisporre una mobilità sostenibile e bike friendly, tramite l’adozione di una rete più ampia di piste ciclabili e la realizzazione delle case avanzate, molto altro resta ancora affidato al buonsenso. L’educazione all’uso della bicicletta e al rispetto degli altri utenti della strada è argomento che dovrebbe essere insegnato sin dall’età scolastica. Non va mai dimenticato che una “categoria” non esclude l’altra (un ciclista è anche un automobilista o un pedone) e che saper vivere la strada dalla prospettiva di più utenti, è il modo migliore per rispettare le regole che la governano. O che dovrebbero governarla.
 

So stufa!

Pubblicato da Vittoria Bussi su Lunedì 1 giugno 2020

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A cura di Marco Ferri

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