Andare in bicicletta è salutare, non è una novità. Il lungo lockdown, grazie al molto tempo libero, ha fatto riscoprire a molti il piacere di fare attività fisica ed è importante che le buone abitudini non vengano perse con il ritorno alla routine quotidiana. Anche perché ne giova la salute di tutti viste le ricadute positive sull’inquinamento atmosferico se chi può comincerà a praticare una mobilità dolce con regolarità oppure ad usare mezzi a basso impatto ambientale.
Un gruppo di associazioni per la tutela dell’ambiente e della salute si è espresso affinché il Parlamento e il Governo si impegnino per promuovere “una mobilità condivisa e sostenibile, con trasporti pubblici a zero emissioni e con una riallocazione degli spazi pubblici a favore dei ciclisti e dei pedoni”. In tal senso, per “fare un passo avanti nella mobilità sostenibile” sarebbe utile prendere spunto dalla Germania che “nel suo piano di rilancio nazionale ha limitato gli incentivi solo ai veicoli elettrici”.
Anche l’European public health alliance (Epha) ha espresso il proprio disappunto per le politiche italiane, i cui “programmi di rottamazione auto aggraveranno i problemi d’inquinamento e di salute pubblica”. Infatti, l’inquinamento dell’aria è “un ulteriore co-fattore dell’alto livello di letalità” e per questo andrebbero studiate politiche per ridurre i particolati che non incentivino l’acquisto di mezzi a combustione interna che emettono “ancora grandi quantità di particolato pericoloso, che rappresenta un grave pericolo per la salute”.
In ogni caso, la miglior soluzione è quella di viaggiare con mezzi a impatto zero, quali le biciclette (anche elettriche) il cui uso “deve essere incoraggiato da incentivi pubblici per ridurre l’uso inquinante dell’auto e aumentare l’attività fisica. Lo stesso deve essere fatto per i pedoni, con aree pedonali, marciapiedi più larghi e senza barriere architettoniche alla mobilità. Infatti, l’inattività fisica causa malattie e aumenta la mortalità”. Sempre l’Epha fa leva sul fatto che i cittadini europei “non vogliono un ritorno ai livelli pre-pandemici di inquinamento atmosferico” e che sono pronti a cambiare abitudini “per mantenere la qualità dell’aria sperimentata durante la quarantena” e che “sono favorevoli a vietare l’ingresso in città delle auto e a introdurre aree a emissioni zero per ridurre lo smog“.