Mobilità, come i Paesi europei supportano il “bike to work”: l’Italia migliora grazie al bonus

Il bike to work si diffonde in Europa dopo lo stop causato dal coronavirus. Diversi Paesi avevano già inserito l’abitudine di agevolare lo spostamento verso il lavoro in bicicletta nel proprio sviluppo culturale: una scelta che oggi, con i mezzi pubblici inevitabilmente limitati dalle regole per il distanziamento sociale e l’ecosostenibilità come argomento sempre attuale, si è dimostrata lungimirante. Un ripensamento della mobilità è stato necessario anche negli Stati in cui l’attenzione alla bicicletta era meno attiva, compresa l’Italia. Anche numerosi governi europei comunque stanno dando una spinta verso la costruzione di piste ciclabili e incentivi per l’acquisto delle bici, con l’intento di scoraggiare il traffico cittadino delle automobili.

Le stesse aziende stanno avendo un ruolo importante nell’aiutare una mobilità sostenibile. Nel Regno Unito, addirittura dal 1999 è attivo uno sconto del 30% sull’acquisto di una bicicletta per chi si reca in ufficio spingendo sui pedali. Sono le stesse aziende ad anticipare il denaro per comprare il mezzo, poi recuperato con trattenute sullo stipendio mensile lordo grazie a un risparmio sui contributi. Lo Stato britannico ha calcolato un risparmio di due sterline in costi di sanità per ogni sterlina persa con questo sistema. Il Belgio ha pensato a una formula diversa: ogni chilometro percorso in bicicletta per andare al lavoro permette di ricevere un rimborso di 0,23 centesimi. Una soluzione simile è attiva da cinque anni in Francia, dove è stato posto un tetto annuo di 200 euro per ricompensare chi appoggia questo tipo di mobilità.

Rispetto a questi Stati, l’Italia si è mossa un po’ in ritardo. Il gap potrebbe tuttavia essere colmato a breve con il bonus mobilità, che ha portato a una netta impennata dell’acquisto di biciclette in tutto il Paese. Il bike to work è stato chiaramente incentivato, con tutti i vantaggi che può portare nella diminuzione del traffico e nel tenere in forma i lavoratori, spesso costretti a una vita a dir poco sedentario. Inoltre, è evidente il risparmio economico rispetto all’utilizzo quotidiano dell’automobile per recarsi presso il luogo di lavoro. Addirittura, uno studio della University of East Anglia di Londra ha certificato un maggior benessere mentale nei pendolari che utilizzano una mobilità ecosostenibile, spostandosi a piedi o in bicicletta. L’Italia, come il resto d’Europa, sembra averlo capito nell’ultimo periodo.

Condividilo con i tuoi amici:

A cura di Davide Terraneo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *