Non ce l’ha fatta il ciclista di 38 anni investito lunedì scorso sulla Padana Superiore all’altezza di Vimodrone. L’uomo, che a seguito dell’impatto aveva riportato un grave trauma cranico e si trovava in coma dopo essere stato trasportato d’urgenza all’Ospedale Niguarda, è deceduto nel pomeriggio di mercoledì. L’incidente che lo ha visto protagonista si è verificato lungo la Strada Statale Superiore Padana, all’incrocio con via Gramsci poco prima delle 14 di lunedì. Aumenta così il numero dei ciclisti vittime della strada in questa fase 2. Dopo la riapertura dal lockdown sono stati decisamente troppi gli incidenti con velocipedi coinvolti, a testimonianza di quanto ci sia ancora da fare sul tema della sicurezza stradale e dell’educazione civica.
Non è ancora del tutto definita la dinamica dell’incidente. La vittima stava viaggiando a bordo della sua bicicletta sulla ex statale, quando è stato travolto da una Kia che viaggiava in direzione Pioltello. Il 38enne, di cui non si conosce l’identità se non che si tratta di un cittadino straniero, ha impattato violentemente con l’asfalto. Le sue condizioni sono apparse da subito molto gravi. Intervenute assieme al personale sanitario, le forze dell’ordine hanno effettuato i rilievi con la polizia locale che ha gestito anche il traffico veicolare durante le operazioni di soccorso, durate circa 30 minuti.
Nella città meneghina in questi giorni si registrano numerose polemiche per le Piste Ciclabili introdotte dalla giunta per favorire il traffico e il distanziamento sociale in questo periodo. In particolare è quella a Corso Buenos Aires a sollevare il polverone maggiore, fortemente difesa dal sindaco Beppe Sala. Il capoluogo lombardo, con tutta la sua vasta area metropolitana, è tuttavia intanto anche la città italiana con più vittime cicliste ogni anno.
Appare evidente che sono necessari interventi per garantire la sicurezza, con il tema della sensibilizzazione e dell’educazione stradale e del rispetto verso i ciclisti che inesorabile ritorna purtroppo ad ogni incidente. Il Bonus Bici e gli interventi strutturali infatti non bastano in questo senso, è necessaria anche una nuova mentalità e attenzione da parte degli automobilisti verso la categoria dei ciclisti, inevitabilmente soggetto debole in strada.