Non è un mondo per ciclisti. Lo evidenzia bene il rapporto annuale dell’iRAP (International Road Assessment Program) che ha studiato, analizzato e mappato milioni di chilometri in tutto il mondo, basando poi le proprie statistiche su un campione di 358.000 chilometri. L’ente ha poi assegnato un voto (da una a cinque stelle) a tutte le strade analizzate secondo l’utenza (pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti). Gli ultimi sono quelli che hanno avuto un punteggio di sicurezza maggiore, considerando che solo il 44% delle strade ha ottenuto punteggi inferiori alle tre stelle, considerate il minimo per la sicurezza. 67% invece quelle per i motociclisti (nel rapporto si valuta l’eventuale presenza di corsia dedicata). Numeri impietosi per quanto riguarda invece pedoni e ciclisti, visto che siamo all’88% e 86% di strade pericoloso a livello globale. Le strade valutate coprono un totale di 1,5 milioni di chilometri per un totale di 54 paesi analizzati in tutti i continenti.
Per quanto riguarda la bicicletta, nel dettaglio solo lo 0,7% delle strade hanno raggiunto un punteggio di 5 stelle e l’1,7% di quattro stelle. L’11,4% sono categorizzate con tre stelle, il 27,6% con due stelle e ben il 58,6% con una sola stella. Si è visto infatti che ben il 91% delle strade al mondo non ha una corsia riservata, né Bike Lane né Pista Ciclabile. Alcune delle indicazioni per pedono aiutano a comprendere ulteriormente il problema visto che ben l’85% delle strade con traffico a fino 40 km/h a livello mondiale non hanno marciapiede, mentre sono il 92% quelle senza alcuna segnaletica per l’attraversamento. Quando presenti, nel 22% dei casi le strisce pedonali sono scarsamente mantenute o scolorite.
L’obiettivo dell’iniziativa è portare almeno al 75% le strade più sicure per tutti gli utenti entro il 2030. Il che significa che entro i prossimi dieci anni almeno 3/4 delle strade dovranno avere un voto di almeno tre stelle. Concretamente, per i ciclisti, questo significa quantomeno la presenza di una corsia dedicata, di asfalto in buone condizioni e corretta illuminazione su strade con velocità massima a 60 km/h. Per ottenere cinque stelle per l’utenza della bicicletta le strade devono avere inoltre una Pista Ciclabile dedicata e una sopraelevata quando si attraversano strade principali ad alta velocità.
Migliorare la rete stradale è un chiaro obiettivo anche dell’ONU, che ha inserito la diminuzioni delle morti stradali tra gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Nel rapporto annuale del 2019 si nota come siano state migliorati oltre 100.000 chilometri di strade e come l’attenzione all’argomento sia fortemente aumentato, con investimenti complessivi di 76 miliardi di dollari da parte dei partner iRAP (di cui 32 da paesi in via di sviluppo o mediamente avanzati). Ovviamente, l’obiettivo è ancora lontano a livello globale, ma in alcuni paesi si ottengono già risultati importanti. Spiccano i Paesi Bassi con appena lo 0,5% delle strade con meno delle tre stelle, ma anche in paesi come Cile, India, Malesia e Messico si sono notati importanti miglioramenti. Nella regione del Kanataka, ad esempio, le strade sono state migliorate tanto che si è passati dall’86% a 1 o due stelle, ad appena il 2%, stimando una riduzione di morti e feriti gravi del 55%.
I costi delle vittime della strada, deceduti o feriti, è uno degli aspetti più importanti sottolineati dall’iRAP per incentivare ai miglioramenti. È stato infatti stimato un dimezzamento dei costi ad ogni avanzamento di categoria. Secondo la ricerca, ogni chilometro percorso da un utente ha un costo di 0,19 dollari sulle strade con una stella, scendendo a 0,09$ sulle strade a due stelle. La curva continua a scendere con un ritmo simile con l’aumentare delle categorie, fino ad arrivare a 0,01$ sulle strade a cinque stelle. Le stime dei benefici di ogni dollaro investito ammonterebbero così ad otto dollari. Implacabile il numero riguardo un potenziale investimenti del PIL internazionale. Se ogni anno si usasse lo 0,1% in più per i prossimi dieci anni, si potrebbero evitare 40 milioni di morti e incidenti gravi nell’arco di venti anni.